“L’angolo dei ricordi” di Nicoletta Onida


Ci sono ritagli della vita che abbiamo vissuto conservati in fondo ad un cassetto dove, ognuno di noi, ha raccolto nel tempo lettere, cartoline illustrate, foto e piccoli oggetti: una moneta antica appartenuta alla vecchia zia, una conchiglia rugosa raccolta durante una vacanza estiva, una penna stilografica regalo di compleanno, una piccola armonica a bocca trovata in casa dei nonni… Ogni oggetto risveglia in noi uno stato d’animo particolare: gioia, affetto, rimpianto del tempo passato. È quello il cassetto dei ricordi perché in fondo ad esso, insieme agli oggetti, ognuno ha riposto sogni, progetti e desideri di gioventù, quando, con atteggiamento fiducioso  ciascuno andava alla ricerca di qualcosa su cui costruire il proprio avvenire.

Quando si è giovani e pieni di salute, crediamo di vivere così per sempre, ma quando diventiamo vecchi e, spesso, incapaci di prenderci cura di noi stessi, ripensiamo con rimpianto al passato, alla giovinezza.

Così, talvolta, riaprendo quel cassetto, sfiorando gli oggetti con mani tremanti rispolveriamo i sogni e le speranze di un tempo lontano. Ed è proprio in quei momenti che, essendo più fragili dal punto di vista emotivo, viene da pensare che senso ha continuare a vivere. Quando, poi, si deve ricorrere al continuo aiuto degli altri ed ai farmaci che, nella maggior parte dei casi, non permettono recuperi miracolosi si viene presi dallo sconforto, dalla paura di perdere i contatti col prossimo, dal terrore dell’isolamento e, in molti casi, dalla depressione. La vecchiaia e le malattie, infatti, rendono la vita più difficile, se per giunta si deve lottare con un sistema sanitario sbagliato tutto appare più faticoso e spesso insormontabile.

Che fare, dunque? Arrendersi? O cercare attorno a noi i motivi, se ce ne sono, per andare avanti?

La giovinezza, forse, non è solo qualcosa da rimpiangere: nel lungo ciclo della vita, è un dono di cui adesso godono altri. Nei loro sorrisi, nelle loro gioie, possiamo rivivere di riflesso le nostre ed essere felici per loro. Ma anche qualora non avessimo avuto la fortuna di crescere delle altre vite, e non potessimo condividere le speranze di chi viene dopo di noi, il tempo che ci rimane ci riserba dei giorni, delle ore, dei momenti di bellezza e di serenità: momenti capaci di sorprenderci, quando giungono, come la comprensione di un amico leale o la carezza inattesa di qualcuno che ci vuole bene sinceramente.

È in quei momenti che sentiremo, nella sua pienezza, il senso della vita.


"I miei ricordi…sempre più strampalati" di Salvatore Faedda


I gelati…di ghiaccio!!!

Nella vita di ciascuno di noi c’è sempre qualcosa da ricordare, difficile da cancellare ma…divertente da raccontare.

Avevo circa 10 anni quando con i miei amici andavamo a rubare il ghiaccio. Il ghiaccio??? Come il ghiaccio??? (direte voi)!!! Si proprio il ghiaccio. La fabbrica si trovava vicino al mercato della carne e noi ci appostavamo all’ingresso dove vi era situato un canale in lamiera utile al passaggio del ghiaccio direttamente sulle motorette che poi dovevano trasportarlo ai vari acquirenti. Per noi riuscire a raccattare qualche pezzo di ghiaccio che succhiavamo alla grande, ci dava l’illusione di mangiare del gustosissimo gelato.

In uno di quei giorni dedicato alla “raccolta” del ghiaccio, mentre stavamo attenti a raccoglierne il più possibile senza farci notare dagli operatori, una grande luce esplose su tutto il prodotto provocando in noi sgomento e paura….quasi da svenimento. Di lì a poco scoprimmo che la sostanza in questione non era altro che l’ammoniaca che veniva versata sui blocchi di ghiaccio.

Quando mio padre venne a conoscenza della nostra rocambolesca avventura, me le diede di santa ragione e, se non ricordo male, da quel momento finì per noi la grande mangiata dei gelati…di ghiaccio.

Le mandorle…amare!!!

Sempre per raccontare una delle tante disavventure giovanili ricordo che verso l’età di 12 anni insieme ad alcuni amici, un bel giorno decidemmo di andare a fare una breve escursione nelle campagne di “Logulentu”. Uno di noi, molto abile a salire sugli alberi, prese subito di mira un mandorlo, vi salì con la velocità al pari di “Tarzan” e cominciò a gettare per terra un congruo numero di mandorle. A cerchio ci sedemmo tutti per terra e subito iniziammo a separare il guscio dal frutto mettendone ogni tanto qualcuna in bocca per assaporarne il gusto. Mentre eravamo intenti ad eseguire quel piacevole esercizio, all’improvviso arrivò il padrone della campagna che, con il viso e la voce abbastanza alterati, non ci consentì di scappare. Subito prese due di noi sotto braccio (me compreso) e accompagnandoci con dolorosi calci nel sedere, ci portò sulla strada principale Sassari-Sennori lasciandoci umiliati e confusi. Tutto questo per una sola manciata di mandorle…amare.

Queste poche righe che ho scritto sono servite per ricordare…ma non per cancellare i miei 10 anni.

Salvatore Faedda


MA CA E' CHISTHU PARK? di Mario Marras


Volentieri pubblico la poesia scritta dal mio carissimo amico e poeta Mario Marras per noi dell’Associazione Parkinson Sassari e magistralmente letta dal poeta Antonello Bazzu entrambi fondatori e animatori di Sinuaria Poetarum. Grazie, amici, a nome del direttivo e di tutti i componenti dell’associazione.

Dora Corveddu


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QUEL FANTASTICO INCONTRO AD ALGHERO


Ci sono tanti ammalati di Parkinson ad Alghero?

Per la Associazione Parkinson Sassari nessun problema: cambia nome della sua ormai tradizionale “Giornata Sassarese” in “Giornata Catalana della malattia di Parkinson”, mette in macchina e pulmino i soci sassaresi ed i ricercatori del suo Ecosistema, e si sposta ad Alghero il 6 maggio 2017 per un convegno in occasione della Giornata Mondiale (che in realtà era il giorno 11 aprile, ma per motivi logistici si è dovuto spostare di un mese) nella bellissima e moderna sala di Lo Quarter.

E ciò che succede in sala ha veramente dello straordinario: ci si racconta agli amici di Alghero e ce n’è per tutti i gusti, dall’informazione a progetti scientifici innovativi, da musicoterapia a Qi Gong, da teatro a poesia, coro e gruppetto sonoro, e ricordi ad amici che non ci sono più. Tanta emozione e commozione.

Nella sala, gremita di tanti amici, molti devono rimanere in piedi pur di poter assistere a ciò che sta per iniziare, si intravede anche Arianna, la nostra “socia” più giovane, e salutiamo i felici genitori, Donatella ed Antonio, di Padria.

Dopo le parole introduttive del nostro presidente Franco Simula, ricordando i suoi due sogni, ovvero la sopravvivenza dell’ambulatorio Parkinson in Clinica Neurologica ed una sede definitiva per la associazione, la mattinata inizia con i saluti del sindaco di Alghero, dott. Mario Bruno, che augura alla comunità algherese di poter ripetere le importanti ed utili imprese della Parkinson Sassari, mentre il direttore sanitario della Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari, dott. Nicolino Orrù, sottolinea le intensioni dei vertici della Sanità Regionale di migliorare tutto il sistema assistenziale con delle reti che uniscano le realtà ospedalieri dei grandi centri con i presidi territoriali e che in questo senso andrà potenziato anche l’ambulatorio dei Disordini del Movimento della Neurologia dell’AOU di Sassari (che in questi anni ha seguito circa 2500 persone con oltre 18 000 visite ambulatoriali ma che attualmente subisce in pieno la crisi del sistema sanitario; nota del sottoscritto).

Dopo questi confortanti segnali dei rappresentanti di comunità e sanità, si passa alla presentazione del Progetto “Dimonios”, che vuole studiare e monitorare gli effetti della musicoterapia da diversi punti di vista, ed a tale proposito si rinnova il famoso Ecosistema del Parkinson a Sassari, come ama definire Prof. Pier Andrea Serra il gruppo di terapisti, medici, psicologi e scienziati, che accompagna da anni le attività della Parkinson Sassari. La scelta del nome Dimonios è presto spiegato: nostri amici, come Antonio, hanno spesso grosse difficoltà e non riescono a camminare perché bloccati; allora Anna the Voice Iattarelli insieme a Salvatore The Sound Faedda intonano la marcia della Brigata Sassari, la Dimonios appunto, e miracolosamente, Antonio riesce a camminare. Quindi questo nome appare molto appropriato per un progetto che vuole studiare i possibili effetti benefici della musica sul Parkinson.

La dott.ssa Annalisa Mambrini, che ormai da oltre un anno segue la Parkinson Sassari nelle sedute di movimento e danza terapia, presenta un video delle attività svolte e che ha ottenuto un enorme successo al convegno internazionale “Brain and Music” svoltosi recentemente a Sassari. Lo straordinario filmato del nostro PierGavino Cau illustra perfettamente l’effetto della musica sul Parkinson; nel video ci sono anche i nostri amici Oscar Iacomelli e Gianni Dessena che ci hanno recentemente lasciati e che verranno ancora ricordati più tardi quando Franco Simula legge “In memoria”. Dopo l’intervento di Annalisa Mambrini, la musicista e musicoterapista Adele Diana spiega cosa si intende per musicoterapia, e sorprendentemente non si sofferma su lunghe definizioni teoriche ma fa alzare la gremita sala e somministra subito una prima lezione pratica per il divertimento di tutti. Molto intuitivo!

Ora, come si intende studiare gli effetti della musica?

Certamente con le scale di valutazioni neurologiche per poter obiettivare eventuali cambiamenti durante e dopo il ciclo terapeutico. E certamente ci sarà la valutazione del tono dell’umore e della qualità di vita, affidato, come sempre, al nostro psicologo, dott. Giovanni Carpentras, responsabile del Servizio di Psicologia Clinica dell’AOU di Sassari.

Ma il progetto Dimonios va oltre e con l’aiuto delle logoterapiste dott.ssa Sofia Pinna e dott.ssa Pina Frau si prenderanno in esame sia la deglutizione sia la fonazione, due funzioni essenziali che spesso possono essere compromessi nel Parkinson e portare ad importanti disagi. Sofia Pinna impressiona i presenti quando presenta dei numeri: nella deglutizione sono coinvolti 6 nervi ed addirittura 35 muscoli che garantiscono circa 600 atti di deglutizione al giorno!

Il Parkinson è anche causato e comunque aggravato da processi infiammatori del sistema nervoso centrale, come ci racconta la microbiologa, dott.ssa Elisa Caggiu dell’Istituto di Microbiologia dell’Università di Sassari, che nel contesto del progetto Dimonios andrà a caccia di sentinelle dell’infiammazione, le cosiddette citochine.

Molto similmente procederà il tutor del progetto, Prof. Pier Andrea Serra, docente universitario del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Sassari, che invece si metterà sulle tracce della famigerata dopamina, la carenza della quale sta all’origine del Parkinson e che si suppone venga stimolata durante la musicoterapia migliorando pertanto le condizioni dei partecipanti.

Ecco, raccontato  il progetto Dimonios che ci accompagnerà per i prossimi 12-18 mesi.

Possiamo tranquillamente dire che tutte le attività della Parkinson Sassari e quindi anche dell’Ecosistema, prendono inizio con l’arrivo alcuni anni fa di Pinuccia Sanna della ASL di Sassari (nostro personaggio dell’anno 2014), che però si rivela da subito a molto di più che semplice fisioterapista perché grazie alla sua determinazione, i suoi suggerimenti e stimoli, fa marciare l’intero plotone della Parkinson Sassari. Purtroppo Pinuccia Sanna non può partecipare alla mattina catalana e quindi si dà la parola a Tiziana Citelli di Alghero che racconta il suo lavoro e le sue esperienze con le tecniche del Qi Gong e le propone alla comunità parkinsoniana per i comprovati benefici.

Ma ora entra in scena Lollo!

Lollo è un barbagianni e dobbiamo la sua presenza al convegno alla nostra amica Rosanna Casu che da diverso tempo si è avvicinata alla associazione “Occhi di falco e falconieri di Sardegna” di Monica Blu, inizialmente sicuramente per curiosità, ma poi Rosanna racconta che quando poggia il fantastico animale sul braccio, sparisce il Parkinson, e riferendosi a Prof. Pier Andrea Serra, esclama: “Mi faccio ogni volta il pieno di dopamina!

Mattinata terminata? Ma che, ora si entra nel vivo con le attività associative; ma prima si esibisce, grazie alla complicità di Caterina Cossu, il fantastico Coro di Usini con i suoi bellissimi costumi, ovviamente prima, a tema, con “Dimonios” e poi con “Deus ti salve Maria” e che viene salutato con una standing ovation.

Il sipario si apre sulla presentazione di una scenetta teatrale, molto ironica sulla realtà in sala d’attesa e la visita ambulatoriale. E qua i nostri amici vestono i panni di medico, infermiera, personale dell’accettazione, e pazienti (piuttosto impazienti!). La scenetta, ideata dalla bravissima Nicoletta Onida, che si diverte con il malinteso dello stesso nome del tram di Sassari ed un noto farmaco antiparkinson. Durante la presentazione il pubblico viene trascinato dalla riviera del corallo a Cinecittà: ma che Parkinsoniani, qui abbiamo a che fare con delle vere attrici ed eccezionali protagonisti: Margherita, Adelaide, Maria, Maria Luisa, Geminiano, Giuseppe, Salvatore, Peppino e Franco, sostenuti dalla nostra marescialla Dora Corveddu.

Dopo una nuova standing ovation si arriva al contributo musicale e Anna Iattarelli, Adelaide Sanna, e Salvatore Faedda accompagnano la meravigliosa voce di Vincenza Pulli insieme alla chitarra di Graziano Melis. Ennesima standing ovation!

Avendo ancora bene in mente la bella ed intensa serata insieme agli amici della Associazione Sinuaria Poetorum nella Biblioteca Universiatria di Piazza Fiume a Sassari nello scorso mese di marzo, il poeta Mario Marras dedica alla nostra Parkinson Sassari la poesia “Ma ca è chisthu Park?“, letta con grande passione dal collega poeta Antonello Bazzu.

Per concludere questa strepitosa mattinata ad Alghero, Dora Corveddu legge una toccante e bellissima poesia di Geminiano Bevitori, l’attesa, pubblicata di recente sul sito www.associazioneparkinsonsassari.it , e Peppino Achene legge la sua proclamazione della nascita della nostra Associazione del 2013: “Su piaghere debbo informare che Sa Associazione de Parkinson amusu fundadu“, inteso come buon augurio per i futuri lavori.

Da menzionare ancora l’importante presenza dei quattro soci fondatori della Parkinson Sassari Franco Delli, Peppino Achene, Piero Faedda e Graziella Manchia, e del nostro personaggio dell’anno 2016, lo scrittore e sceneggiatore Franco Enna, che ha dato inizio al laboratorio di teatro della Parkinson Sassari.

Durante la mattinata si menziona anche Antonio “Neuer” e sua madre Silvia, ricordando la Signora Giovanna di Alghero, purtroppo non presente, che ha fatto aprire gli occhi tanti anni fa: nonostante la grave malattia faceva lavoretti a maglia ed il tremore passava: la passione e l’interesse aveva la meglio sulla malattia. Da lei prende spunto la Parkinson Sassari di oggi.

Immensa gratitudine va a Cecilia Cuccureddu e Marco Baldina, i nostri “ganci” ad Alghero, ai quali dobbiamo la perfetta riuscita della organizzazione locale.

Un particolare ringraziamento va ovviamente al nostro fantastico ed insostituibile webmaster Gian Paolo Frau (nostro personaggio dell’anno 2015) che è sempre in prima linea per documentare i nostri eventi, recentemente accompagnato anche dal ‘cameraman’ Pier Gavino Cau.

Ci si saluta molto soddisfatti e pieni di nuovi stimoli ed idee. Si guarda con soddisfazione a ciò che è stato fatto negli ultimi anni e fiduciosi si pongono le basi per nuovi imprese e progetti.

L’Ecosistema del Parkinson a Sassari: un modello di buona sanità a basso costo e per tutti!

La trasferta della Parkinson Sassari si è rivelata molto azzeccata, una Giornata Parkinson memorabile con la complicità di tutti! Sicuramente si ritornerà ad Alghero; ma si sta pensando anche a prossime visite a Porto Torres ed Ittiri.

Chi sa, magari in un prossimo futuro, in cui le persone affette da malattia di Parkinson avranno l’opportunità di gestirsi decisamente meglio non solo a Sassari ma anche nei vari Centri del Nord Sardegna, la Parkinson Sassari potrebbe allora chiamarsi “Associazione Parkinson Logudorese”.

 

Kai Paulus


 

 

 

IL RAGAZZO DI KOBLENZ E' FELICE

Qualche tempo fa avevo raccontato in questo sito come l’esperienza nel vedere Salvatore suonare l´armonica a bocca durante le sedute di ginnastica con Pinnuccia, spesso accompagnato dalla voce di Anna per sbloccare alcuni amici, in particolare Antonio, mi aveva ricordato l´armonica in casa di mia nonna a Koblenz in Germania.

 

Ed e´ stato proprio grazie a Salvatore ed i suoi incoraggiamenti che ho iniziato a suonare l´armonica, dopo oltre 40 anni!

Infatti, succede in questi ultimi anni, quando ci troviamo dopo un convegno oppure dopo un pranzo, che con Salvatore – ed ora anche insieme al nostro presidente Franco – ci mettiamo a suonare insieme divertendoci tantissimo. E la gioia diventa ancora maggiore quando anche le amiche ed amici della nostra associazione si uniscono a noi cantando “Vecchio scarpone”, “Dimonios”, oppure “No potho reposare”, durante le quali si scoprono talenti vocali prima insospettati.

 

Quindi, al suono dell’armonica di Salvatore mi ero ricordato dello strumento musicale di mia nonna e mi ricordavo uno strumento colorato, piuttosto grande, ed in due tonalità. Con i miei fratelli ci dedicammo a produrre dei suoni facendo a gara di chi fosse il più bravo, e mio fratello maggiore vinceva sempre. Lo strumento esercitava un grande fascino su di noi e mi ricordo che ci divertivamo a lungo nel invano tentativo di produrre qualche melodia riconoscibile. Ricordi di momenti felici e spensierati dell’infanzia.

 

Ora siamo stati per Pasqua in Germania da mia madre, ed indovinate cosa ho trovato nell´uovo?

 

 

Esatto, la Hohner Echo di mia nonna (!!) che mia madre aveva trovato in fondo a qualche scatola in cantina. Sono rimasto meravigliato e stupefatto. Incredibile, dopo oltre quarant´anni avevo nuovamente in mano l’armonica dell’infanzia; quasi non osavo soffiarci dentro. Sorprendentemente la vecchia Hohner funziona ancora, un po’ arrugginita sì, ma il suono c’è ancora anche se un po´ più debole, verosimilmente a causa dell´ossidazione delle linguette di rame, le ance, che al passaggio dell’aria soffiata vengono messi in vibrazione originando il suono.

Da quando Salvatore mi ha fatto tornare ragazzo e spronato a riprendere a suonare, ho acquistato diverse armoniche, tra quelle blues, cromatiche e tremolo, e tra tutte ce n’è una delle mie preferite: una Hohner Echo moderna. Che coincidenza.

 

Ma c’è di più: il vecchio strumento di mia nonna possiede una scatola nei colori rosso-blu: non potevo che finire in Sardegna!

 

Kai Paulus